Page 8 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Giugno 2022
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SAN ROCCO IN ALBENZA
Parroci di Albenza del ‘900 42 parte - continua
a
assessore, ed il sig. Benigno quale progettista del cimitero
e consigliere provinciale. Chiuse il rev. parroco [don Conti]
additando i caduti quali eroi del dovere, ai quali perciò
devesi duplice tributo di suffragio e perenne riconoscenza.
L’altare del cimitero, piccolo ma grazioso, è opera
dello scultore Remuzzi di S. Caterina e costa lire 2.000;
la lapide dello stesso scultore costa lire 1.000 e per la posa
in opera ci volle pure qualche altro centinaio di lire.
Don Giuseppe Conti
(1919-1930) La spesa fu sostenuta dall’intera parrocchia che concorse
quasi unanime con offerte di lire 50 e 100 cadauno”.
I tempi dopo la prima guerra mondiale furono tempi duri
In un’altra occasione, don Giuseppe Conti parlando del
funerale di un giovane di Albenza, Rocco Tironi, morto anche in Albenza; l’inflazione aveva portato ad un forte
nell’ospedale Bettoni di Almenno S. Bartolomeo, forse aumento dei prezzi; in Albenza non si riusciva più
ricordando ciò che era successo tra il suo predecessore a mantenere il curato, come faceva notare don Conti.
don Luigi Foiadelli e il prevosto di Almenno S. Bartolomeo “Dal 1 novembre 1919 la parrocchia è senza coadiutore.
don Alessio Pezzoli (a proposito del funerale di una defunta L’ultimo, don Giuseppe Campiglio, fu qui dal 1908 e passò
di Albenza morta all’ospedale Bettoni qualche anno prima, coadiutore ad Almenno S. Bartolomeo dietro regolare
caso già riportato nei Bollettini precedenti), scriveva trasferimento, motivato dalla difficoltà economica che
nel Liber Chronicus della parrocchia di Albenza: “Si seguì esiste in questi tempi per l’enorme rialzo di tutti i prezzi.
la procedura secondo il decreto della Sacra Rota del 1919. Al suo vuoto si provvede invitando più frequentemente
Valendosi di questo diritto, il 26 febbraio 1920, essendo possibile un sacerdote forestiero, finché tornati i tempi
morto all’ospedale il giovane di qui, Tironi Rocco di Giovanni normali, si potrà avere ancora il curato stabile”.
(Crac), il prevosto di S. Bartolomeo faceva il funerale e poi Ma i tempi normali non tornarono più e don Giuseppe
il defunto processionalmente veniva portato fino ai confini Campiglio fu l’ultimo curato di Albenza.
della parrocchia (il ponte del Tornago),
ove processionalmente lo scrivente parroco lo riceveva Nel Liber Chronicus si susseguono anche notizie spicciole
per portarlo fino alla chiesetta di Ca’ Castrone, attigua che ci aiutano a ricostruire un po’ la vita del tempo.
alla casa paterna, da dove il giorno dopo si portava in chiesa
parrocchiale per le esequie solenni, senza Messa, “Nel maggio di quest’anno [1922] si provvide ad un bisogno
con l’intervento di numeroso clero, confraternite, reclamato da tempo, costruendo a spese della fabbriceria
ecc. e poi al cimitero”. le ritirate decenti per gli uomini con relativo pozzo nero,
lasciando il diritto di spazzarlo al sig. Rota Giuseppe fu
Andrea, padrone del fondo su cui fu costruito; costo lire 775.
Nel 1921, per ricordare i caduti di Albenza nella prima
guerra mondiale, si metteva la lapide sulla parete esterna In agosto fu levato e rimesso a nuovo il tetto della casa
della chiesa parrocchiale, come scriveva don Conti: del curato [Ca’ Preti] che si trovava molto in disordine...
“Nell’occasione del Triduo dei morti del 6,7,8, marzo L’anno 1922 fu un brutto anno, materialmente parlando,
1921, che anche quest’anno fu solenne, si procedette della parrocchia: si ebbe una siccità persistente, per cui
pure alla benedizione del cimitero con la cappella e altare non si poté falciare il fieno, cadde poi per tre volte in
e all’inaugurazione della lapide ai caduti sulla facciata epoche differenti tanta tempesta da distruggere quasi
della chiesa. Le funzioni relative, solenni e meste, si fecero completamente i raccolti.
la domenica verso sera con l’intervento della banda di Di frumento non si fece la semente e per alcuni, niente uva;
Palazzago e con lo sparo di mortaretti. male anche le castagne, quasi nulla di grano nella parte
alta, meno della metà nella parte bassa”.
La benedizione fu data dal rev. canonico Guerini don
Ernesto sotto una pioggerella che aggiungeva mestizia. Ermanno Arrigoni
8 Grande concorso anche di forestieri. Allo scoprimento della
lapide parlavano il sig. sindaco Locatelli, intervenuto con un