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                                    11l%u2019Italia, anche l%u2019Angelo part%u00ec, l%u2019avrei rivisto a casa un paio di mesi dopo%u201d.Tornato dalla Russia verso il mese di marzo-aprile del 1943, Angelo Manzoni aveva i piedi congelati e fu curato all%u2019ospedale di Varese. Successivamente rimase a casa 3 mesi; a Brescia ne riconobbero nuovamente l%u2019abilit%u00e0 fisica e dovette ripartire, proprio l%u20198 settembre 1943. La madre Veronica era contraria alla sua partenza, ma Angelo la rassicur%u00f2 dicendole che sarebbe tornato dopo qualche giorno. Invece fu catturato dai tedeschi a Vipiteno. In una commovente lettera del 22.03.1944, indirizzata a %u201cManzoni Angelo 100896 (numero del prigioniero), M. Stammlager II E, Germania%u201d, la mamma Veronica scrive %u201cCarissimo figlio, sono contenta nel saperti bene di salute, cos%u00ec posso assicurarti anche di me e famiglia. Ho ricevuto notizie anche di tuo fratello Giuseppe. Ti ho spedito un pacco e fra breve te ne invier%u00f2 un altro. Le tue sorelle ricambiano il tuo gentile pensiero. Infiniti baci da me e da tuo padre, tua mamma%u201dAnche la fidanzata Antonietta scrisse diverse lettere ad Angelo. L%u2019ultima %u00e8 datata 13 maggio 1944: %u201cCarissimo, ieri ritornando dal mio lavoro, ritrovai ancora una tua lettera [%u2026] Caro Angelo, mi descrivi che la tua vita si fa dura tutti i giorni e aspettate solo quel santo giorno di poter ritornare alle vostre case; ti posso comprendere la vita che trascorri, cosa vuoi, porta pazienza e fatti coraggio, Dio ti dar%u00e0 ancora grazia di ritornare a casa%u2026Siamo nel mese di maggio consacrato a Maria%u2026anch%u2019io in questo mese ti ricordo molte volte nelle mie preghiere. Sempre presente ti tengo col mio pensiero, salutandoti e baciandoti di vero cuore, tua aff. Antonietta. Spero ti sia giunta la risposta alla prima lettera, devi dimenticare il passato e pensare all%u2019avvenire. Ti ricordo e ti penso%u2026%u201d .Purtroppo Angelo mor%u00ec solo quattro mesi dopo nelle miniere di Essen dove lavorava con altri prigionieri, a causa dei bombardamenti degli alleati, che distrussero le strutture che mandavano l%u2019aria in profondit%u00e0. I resti di Manzoni Angelo sono giunti nel nostro paese, presso il nostro cimitero, il 3 ottobre 2013.Claudia Mazzolenidi confine. Dopo un colpo di avvertimento, due italiani si arresero, mentre Carlo Rota cerc%u00f2 di nascondersi. Quando fu scoperto, Carlo tent%u00f2 di fuggire, ma Beckel gli spar%u00f2 alle spalle, colpendolo ai polmoni.I due nazisti lasciarono Carlo, che stava dissanguandosi, nel campo e tornarono al villaggio %u201cper chiamare la polizia%u201d. Carlo Rota mor%u00ec quella stessa notte; i suoi compagni lo portarono nella loro sistemazione, ma non riuscirono a salvarlo. Passarono pi%u00f9 di otto anni prima che si tenesse un processo per l%u2019accaduto. Il crimine rimase completamente impunito davanti alla Corte d%u2019Assise di Gie%u00dfen: l%u2019omicidio fu derubricato a %u201comicidio colposo%u201d e il procedimento fu archiviato per prescrizione.L%u2019ultima cartolina che Carlo scrisse alla sorella Cecilia, senza probabilmente avere la possibilit%u00e0 di descrivere le reali condizioni in cui viveva, %u00e8 datata 2 luglio 1944 e riporta: %u201cCara sorella, finalmente dopo tanto tempo, oggi ho avuto questa cartolina anche per te. La mia salute %u00e8 ottima, come desidero anche di te e di tutti in famiglia. Se puoi mandarmi dei pacchi, mandameli subito, non dimenticarti del pane. Saluti cari, tuo fratello Carlo, ciao, scrivete pi%u00f9 spesso%u201d.La notizia della sua morte fu cos%u00ec descritta da L%u2019Eco di Bergamo: %u201cE%u2019 giunta notizia ufficiale della morte del soldato Rota Carlo di Rocco, classe 1920, dell%u2019Albenza, deceduto a Lollar (Francoforte), dove era internato, il 23 settembre 1944. Era uno dei nostri migliori giovani per bont%u00e0, seriet%u00e0 e laboriosit%u00e0. La popolazione con l%u2019intervento delle autorit%u00e0 ha voluto tributargli solenni onoranze e suffragi%u201d.Vita di Angelo ManzoniAngelo Manzoni %u00e8 nato ad Almenno S. Bartolomeo il 18 ottobre 1916; abitava in Via Fratelli Manzoni. %u00c8 morto in Germania l%u201911 settembre 1944 all%u2019et%u00e0 di 27 anni. Faceva parte del 2%u00b0 Reggimento Artiglieria Alpina.A 20 anni circa era partito per guerra di Spagna, poi per la guerra di Francia del 1940. Successivamente era stato in Albania e in Grecia nel 1941, in Russia nel 1942-43.Come %u00e8 noto, la ritirata in Russia avvenne in condizioni disumane inaudite. Angelo Manzoni, Vincenzo Arrigoni e altri sopravvissuti alla battaglia di Nikolajewka riuscirono a trovare riparo in alcune isbe durante la lunga marcia per superare il Donez e arrivare alla ferrovia. Come si pu%u00f2 leggere nella testimonianza di Vincenzo Arrigoni: %u201cCamminammo nella steppa, nella neve, nell%u2019inferno, con la fame, con il gelo, perdendo ogni giorno compagni e amici, per un mese. Mandarono feriti e congelati su un treno verso SAN ROCCO IN ALBENZA 
                                
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